La tragedia che ieri ha colpito la Marmolada, con il distacco di un seracco, sembra aggravarsi di ora in ora.
7 morti, 8 feriti di cui almeno 2 in gravi condizioni e il numero dei dispersi che è salito a 19.
Un bilancio, insomma ancora tutto da scrivere e che non lascia presagire nulla di buono.
Le condizioni climatiche, infatti, potrebbero fermare i droni al lavoro nella ricerca dei superstiti. Inoltre le temperature troppo alte rendono il sito troppo pericoloso per una ricerca sul campo.
Ma che cosa è accaduto, ieri, su una delle piste più battute e ritenute , anche da Reynold Messner, fra le più accessibili, del nostro Arco Alpino?
Che cosa sono i seracchi?
Seracchi e crepacci: due facce della stessa tragedia
Se i crepacci sono le smagliature del ghiacciaio. I seracchi, invece, sono delle vere proprie torri di ghiaccio, alte anche fino a centinaia di metri, che si formano in conseguenza delle aperture di questi.
E quando la gravità vince sull’aderenza alla roccia, il seracco si stacca trascinando con sé intere pareti rocciose, ghiaccio, neve e detriti a velocità proporzionale alla dimensione, peso e pendenza del sito.
Un fenomeno difficilmente prevedibile che può avvenire in qualsiasi momento, anche di notte, quando le temperature sono più rigide.
Molto più imprevedibile di valanghe e slavine.
Ma procediamo con ordine.
Come si formano i crepacci?
Le normali asperità e dislivelli della montagna causano dei tagli, fissurazioni, del ghiaccio che si muovono a causa della forza di gravità.
Queste smagliature, quindi, aumentano con il passare del tempo fino a generare aperture larghe anche diversi metri e profonde fino a 50 metri.
Questi sono i crepacci. E sono “vivi”, nel senso che si muovono e cambiano di stagione in stagione, ma anche di ora in ora. Per questo motivo un passaggio, fino a quel momento sicuro, improvvisamente può diventare estremamente pericoloso. Ciò è fisiologico entro una certa misura, ma può anche essere l’anticamera del disastro.
E’ chiaro, fin qui, che i crepacci si formano dal basso.
E il seracco?
E’ la risposta ai crepacci che viene “da sopra”.
In sostanza si tratta di un grosso blocco di ghiaccio di forma allungata verso l’alto che si separa dal ghiacciaio a seguito dell’apertura di un crepaccio trasversale o longitudinale.
Ma che cosa determina il suo distacco?
Che cosa è accaduto sulla Marmolada?
Un crollo sceso alla velocità stimata di 300km/h che si è verificato appena sotto la vetta della Marmolada. Una parte di un ghiacciaio vecchio di più 100 anni.
L’insolito innalzamento delle temperature, fino a 15 gradi, ha determinato la fusione dei ghiacci. Quindi il primo colpevole, quello che lavora da anni è il riscaldamento globale. Infatti, la riduzione dello spessore del ghiaccio ne ha reso le pareti fragili ed esposte a fratture.
A questo si aggiunge un inverno povero di nevicate, non sufficienti a proteggere il ghiacciaio dal calore estivo.
Questo ha causato il distaccamento del seracco.
L’acqua al di sotto del blocco, penetrata nei crepacci, ha, poi, funzionato come un vero e proprio lubrificante che ha facilitato lo scivolamento a valle del seracco, travolgendo 2 gruppi di escursionisti. La gravità e il peso hanno fatto il resto.
E la Marmolada?
A queste temperature e condizioni climatiche è destinata a scomparire.
I glaciologi, ovvero gli studiosi dei ghiacciai, stimano che buona parte potrebbe scomparire in meno di 10 anni. E dopo oltre 100 anni di vita potrebbe sparire completamente tra il 2030 e il 2050.
E questo vale per tutti i ghiacciai che si trovano al di sotto dei 300 metri.
Sebbene, il fenomeno sia assolutamente imprevedibile, lo stato critico delle nevi, a queste temperature, però deve rendere prudenti nell’affrontare passi e passaggi così vicini a siti instabili.